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Pubblicato il 14/03/2023
“Merry Christmas”, senza alcun segno di
interpunzione, emoticon o gif. È stato questo il primo sms della storia
e risale a ben oltre 30 anni fa.
Il messaggio di due parole, per un totale di 15 caratteri,
fu inviato alle 18:09 del 3 dicembre 1992 dall’ingegnere di Vodafone, Neil
Papworth, a Richard Jarvis, dipendente della compagnia, tramite un telefono
Orbitel 901. L’invio avvenne a titolo del tutto sperimentale, con
l’intenzione di recapitare a numeri telefonici desiderati brevi codici testuali
tra telefoni con tecnologia GSM.
Una cosa anomala quanto particolare e innovativa. Quell’sms
è andato poi all’asta ad un prezzo pari a 100mila euro. Ma come si è
reso possibile tutto ciò? Come si è fatto a vendere un qualcosa di
“immateriale”? Il messaggino è stato trasformato per mezzo della tecnologia
NFT – Not Fungible Token – e ceduto alla celebre casa d’aste francese
con sede a Neuilly-sur-Seine, Aguttes, grazie ad un accordo siglato con
Vodafone.
L’aggiudicazione è avvenuta a Parigi la Vigilia di Natale
del 2021 per un totale di 107mila euro. Per l’occasione l’acquirente,
rimasto anonimo, ha ricevuto una cornice digitale con la certificazione firmata
dal dirigente di Vodafone, Nick Read. Il ricavato è stato poi devoluto dalla
compagnia all’Unhcr, Agenzia della Nazioni Unite per i rifugiati.
Ma questo è solo uno degli esperimenti in NFT. Tra i tanti
degli ultimi anni, spiccano anche l’asta del codice sorgente del World Wide Web,
venduto per 5,4 milioni di dollari lo scorso giugno o il primo tweet di Dorsey,
fondatore di Twitter, aggiudicato sempre nel 2021 per 2,9 milioni di
dollari.