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Aggiornato il 09/03/2023
Quando si parla
di immobili, ci sono tre concetti importanti che spesso vengono usati in modo
intercambiabile, anche negli annunci immobiliari, ma che in realtà hanno
significati diversi: superficie commerciale, superficie calpestabile e superficie
catastale. Comprendere la differenza tra questi termini è importante per
chiunque voglia acquistare o vendere un immobile, poiché ciascuno di essi ha un
impatto diverso sul valore dell'immobile stesso.
Ma da cosa nasce
questa confusione? Il motivo principale è dato dal fatto che in Italia manca,
per l’annuncio immobiliare, una norma che stabilisca regole precise e, per
quanto riguarda i criteri di misurazione delle consistenze immobiliari, criteri
oggettivi e riconoscibili a livello nazionale ed internazionale.
Negli ultimi
anni qualcosa è stato fatto, con l’adozione degli standard nazionali ed
internazionali di valutazione ed anche la norma UNI 11612/2015 fornisce
elementi in tal senso.
Proviamo a
chiarire i tre concetti:
I metri
quadri commerciali vengono definiti dal Codice delle Valutazioni
Immobiliari (CVI) e dalle Linee Guida per la valutazione degli immobili come: “...una
superficie convenzionale formata dall’intera superficie principale e da
frazioni delle superfici secondarie dell’immobile”. Terrà dunque conto di
muri, balconi, sottotetti, cantine, box auto, giardini ecc.. “In linea di
principio la superficie commerciale riguarda le superfici in proprietà o in uso
esclusivo, mentre non riguarda le superfici in uso comune, pur essendo queste
comprese nella transazione e rilevanti ai fini della formazione del prezzo e
della stima del valore.” Il problema quindi della determinazione della
superficie commerciale riguarda la definizione di superficie principale e
quell’indice percentuale che genera il rapporto tra la stessa e quelle
secondarie.
I metri
quadri calpestabili, invece, come dice il termine stesso, indicano la
superficie effettivamente calpestabile di un immobile, che dunque risulta
sempre minore di circa 10/15% rispetto a quella commerciale. Questo significa
che vengono conteggiati solo i metri quadri che effettivamente possono essere
utilizzati per camminare o appoggiare degli arredi, escludendo le pareti e le
superfici esterne come balconi, terrazzi o verande. Le superfici calpestabili,
anche chiamate utili o nette, sono dunque quelle primarie autorizzate ad uso di
cucina, soggiorno, bagno, camera ecc...
Infine, i metri
quadri catastali rappresentano la superficie dell’immobile registrata
presso l’Agenzia del Territorio. Questo tipo di metri quadri serve prevalentemente
per ragioni fiscali, in quanto consente al proprietario di calcolare l’importo
di IMU, TASI o TARI. I metri quadri catastali possono, perciò, differire
rispetto ai metri quadri commerciali e a quelli calpestabili, tenendo conto di
molteplici fattori, come ad esempio l'ubicazione dell'immobile, la sua
destinazione d’uso e le eventuali limitazioni urbanistiche o ambientali
presenti.